Giorgio Colli, sapienza e ragione (Sebastian Schwibach)
Giorgio Colli (1917-1979), filosofo e filologo torinese, è noto in particolare per l’edizione critica dell’opera di Nietzsche, curata insieme a Mazzino Montinari tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.
Tuttavia, il suo contributo nel panorama intellettuale italiano non si limita solo all’opera editoriale, che comprende la traduzione e la divulgazione di testi spesso inaccessibili o poco noti, quali quelli pubblicati fra il 1958 e il 1967 nell’ “Enciclopedia di autori classici” della neonata casa editrice Boringhieri. L’impegno filologico ed editoriale è infatti costantemente affiancato da una ricerca filosofica autonoma rispetto alle correnti italiane ed europee a lui coeve.
Attraverso un ripensamento delle origini stesse della filosofia e passando per un lavoro di scavo nelle complessità della logica aristotelica, Colli, con l’aiuto di Schopenhauer e Nietzsche, fornisce una diversa lente, una diversa prospettiva da cui guardare alla storia del pensiero occidentale. Non la ragione, ma l’esperienza mistica sarebbe alla base del dipanarsi del logos, il quale può essere pensato come un riverbero, un’espressione del vissuto interiore, dell’esperienza dionisiaca individuale o collettiva.
Tra il 4 e il 6 ottobre 2021 si svolgerà un ciclo di seminari presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, volto ad approfondire e valorizzare le diverse dimensioni del lavoro intellettuale di Colli.
Il primo giorno entrerà nel merito della sua interpretazione del rapporto tra sapienza presocratica e filosofia, con particolare riferimento ai suoi studi su Eraclito, Platone e Aristotele. Da un lato le relazioni forniranno le necessarie coordinate storico-critiche per poter comprendere la ricchezza e le problematicità di tale interpretazione, dall’altro ne vaglieranno il valore filologico anche alla luce della letteratura più recente.
La mattina del secondo giorno sarà dedicata al rapporto tra Nietzsche e Colli, con particolare attenzione all’analisi della sfera dionisiaca nel suo intrinseco rapporto con quella apollinea. Nel pomeriggio, invece, si affronterà nel dettaglio la prospettiva teoretica del Colli maturo, che, pur risentendo degli influssi tanto della filosofia antica quanto di Nietzsche, apre il campo a riflessioni inedite, al contempo essenziali ed eccentriche rispetto al panorama filosofico a lui coevo.
La mattina del terzo e ultimo giorno sarà dedicata ad un confronto tra Colli e alcuni filosofi moderni/contemporanei, con una particolare attenzione al tema dell’immediatezza. Il pensiero colliano, dopo essere stato messo in relazione al contesto intellettuale italiano, verrà analizzato a partire da un confronto con Böhme e Zolla, i quali forniscono un importante punto di osservazione a monte e a valle della sua opera. Se infatti l’opera di Böhme è essenziale per comprendere il concetto di “vissutezza”, il confronto con un autore quale Elémire Zolla fornisce uno specchio di grande rilevanza nell’indagine su alcuni concetti cardine dell’opera colliana. Nel caso del confronto con Zolla, non si tratta infatti tanto di evidenziare possibili reciproche influenze, quanto di scandagliare come diverse sensibilità e diversi metodi filosofici possano giungere a confrontarsi con gli stessi argomenti, fornendo una visione della realtà affine.
Filo rosso delle giornate di studio sarà il rapporto tra sapienza e ragione, tra conoscenza intuitiva-immediatezza-interiorità e conoscenza mediata-espressione-esteriorità. L’attenzione al carattere speculativo della filosofia colliana si intreccerà continuamente alle considerazioni sul suo contributo in quanto filologo.
L’indagine di questo importante aspetto della sua attività sarà il canale privilegiato per comprendere a fondo l’intrinseco nesso che, secondo Colli, lega la filosofia in quanto forma di vita, che della vita cerca di sondare gli abissi, e la filologia in quanto inesausta ricerca, nei canali espressivi, dell’interiorità.